OBS(p)oleto

Sottotitolo

A cura di Fabio Fabiani, Andrea Tomasini
29 giugno 2019– 14 luglio 2019

OBS(p)OLETO ha raccoglie una serie di iniziative legate al tema della “rigenerazione urbana”, fisica e immateriale, che partendo dalle immagini realizzate da OFARCH, si focalizzano provocatoriamente su parti di città andate in abbandono per una forma di abitudine alla rassegnazione. Con l’occasione sono stati invitati i cittadini, letterati ed artisti ad intervenire su temi specifici a partire dal senso che attribuiamo all’aver apposto prima del nome della nostra città la particella “ob” che significa “nella direzione di”, “di fronte a”, “in vista di”. La sottile provocazione di usare il gioco “OBS(p)OLETO” va letto come volontà di uscire dal continuo rimpianto per una trascorsa età dell’oro e dalla tentazione di cristallizzare il passato in un mito incapacitante che potrebbe legittimare pigrizie ed esitazioni. OBS(p)OLETO si è sviluppato in 2 mostre e 6 incontri: 3 più attinenti alla struttura fisica di Spoleto suggerendo riflessioni concrete e contemporanee che ruotano intorno al tema della rigenerazione urbana (tra cui la tavola rotonda sulla rigenerazione urbana organizzata insieme alla FUA, ALTRACITTA’, MIRAPOLIS, ZUT associazioni di professionisti e architetti del territorio Umbria ) e 3 apparentemente immateriali come la scrittura ASEMICA come gesto per disimparare e disporsi a navigare verso il nuovo; la scrittura dell’arte di Calder che con mobile e stabile mette in moto il reale; la poesia di Mark Strand per ricordare che Spoleto è stata culla della poesia contemporanea e ricominciare a riflettere poeticamente sul senso del vivere insieme e del destino comune della nostra comunità. Una giornata è stata dedicata al tema del “museo del festival”, riflessioni sulla memoria della città senza dimora.

La mostra OBS(p)OLETO effettuata tramite fotomontaggi digitali ha permesso di porre in evidenzia parti di città ormai andate in disuso nel quale si sono fatte proposte di recupero attivando vari settori del tessuto sociale culturale ed economico della città. Questa tipologia di “mostrare” alcune zone della città di Spoleto con l’idea di recuperò già inserita può essere replicabile all’infinito andando a coprire tutto il territorio comunale. Alla mostra principale OBS(p)OLETO si è affiancata la mostra personale dell’architetto Giorgios Papaevangeliou “Segni Esitanti” che ha realizzato un progetto di analisi e riflessione sul Ponte delle Torri di Spoleto toccando il tema degli eremi di Monteluco con 10 tavole grafiche realizzate per l’occasione. Gli eventi svolti nell’iniziativa OBS(p)OLETO hanno riguardato tra le altre cose Calder sia per il Teodelapio che per la storia personale dell’artista, Sol Lewit, e il tema del Museo del Festival dei Due Mondi. E’ intervenuto tra i vari incontri il Direttore di Palazzo Collicola Marco Tonelli proprio per parlare dello stato di salute e possibilità di recupero di alcune opere artistiche presenti in città. OBS(p)OLETO ha favorito una discussione a tutto tondo sul significato di “Rigenerazione Urbana” attraverso un’analisi materiale e immateriale del concetto. Tra le volontà dell’associazione c’è quella di mantenere viva la parte storica della città.

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